Rossana Campo torna al romanzo con un titolo di disarmante
chiarezza: Il posto delle donne
(Ponte alle grazie, 152 pag, 10 euro). Ma in verità non c’è un posto più
enigmatico del posto delle donne. In questo libro, tutto sfuma sfugge e si
incrina attorno a un amore, e poi a un delitto. Siamo a Parigi, oggi. Una
storia di eros, amicizia, morte, tradimento. Dove la protagonista che investiga
su un assassinio si imbatte in un ambiente di maschilismo nero. La scrittura è
morbida, in grado di avvolgerti mentre corri a leggere tutto, fino alla fine. E
poi pensi all’autrice, che non ha fatto altro in tutta la sua vita che scrivere
di altre donne e di quel punto di congiunzione tra amore e violenza, in
declinazioni delicate, e complici. E allora ti viene spontaneo andare da lei e
farle qualche domanda.
Rossana, ad un certo
punto del suo ultimo romanzo lei fa dire ad uno dei suoi personaggi: «Secondo te esiste un amore che non ci
sottomette?». Ecco, esiste quest’amore?
Me lo chiedo da tanti anni. In questo caso, volevo
raccontare una storia un po’ diversa dal solito. Sono partita da una storia
d’amore tra donne. Apparentemente, non c’entra niente il tema del femminicidio
o più in generale il tema della violenza di un uomo su una donna. Invece
c’entra anche qui. Emma, la protagonista del romanzo, anche per rielaborare
altri lutti e altri abbandoni, cerca di andare a fondo rispetto ad un omicidio che era stato liquidato molto in
fretta. E perché era stato liquidato? Perché la ragazza uccisa veniva dalla
provincia e faceva la lapdance a Pigalle. A chi può interessare la morte di una
così?
Quali zone inconsce
smuovono i casi di femminicidio?
Io non volevo scrivere sul femminicidio, ma mi stanno
intervistando sul femminicidio quindi vuol dire che ho toccato qualcosa che non ero cosciente di
toccare. In questo caso, fino all’ultimo Emma non sa si sa se ad uccidere sia
stato un uomo o una donna, ma di sicuro è stata uccisa una donna. E’ una morte
violenta. Perché così tanta violenza sulle donne? Le donne hanno rotto il muro
della vergogna, del sentirsi vittime, e denunciano molto di più di prima. Per
cercare di capirci qualcosa di più, mi sto rileggendo i libri del femminismo
storico.
E cosa le dicono oggi
quei testi?
Sto rileggendo tutti i testi di Luisa Muraro. Consiglierei a
tutte le donne di leggere L’ordine
simbolico della madre. Il suo è un discorso molto bello e forte perché
racconta la sua stessa esperienza, cosa che in genere i filosofi non fanno. Che
poi questa è la grande lezione della politica delle donne: mettersi in gioco,
partire da sé. Il salto è molto importante. Perché non si può parlare solo
dell’altro, del padre, del patriarcato, senza ripartire da sé. Ridare
significato simbolico alla madre significa poi darlo anche a se stessa. Questa
secondo me è la cosa fondamentale che potrebbe anche aiutarci ad uscire dal
vittimismo: ridare valore seriamente a se stesse, e non solo in una forma
dichiarativa, razionale.
Quindi il lato che fa
ombra è anche dalla parte delle donne stesse.
E’ importante dare valore a noi stesse e alle nostre simili.
Non dobbiamo vergognarci di prendere la parola e parlare delle altre per le
altre, e mi riferisco soprattutto alle sconosciute. Stare dalla parte delle
altre, ma profondamente: questo è il punto. I maschi hanno una tendenza
aggressiva, a tutti i livelli e, in questo non ci sono differenze di classe o
di cultura. Questo è senz’altro vero, anche se non bisogna generalizzare. Ma è
altrettanto vero che noi abbiamo una tendenza al vittimismo. E non sappiamo
leggere i sintomi di violenza latenti nei maschi che incontriamo. Prima di
arrivare all’omicidio, accadono molte altre cose che non sappiamo capire. E’
chiaro che è un’escalation di disprezzo.
Il disprezzo si può
esprimere in tanti modi.
Si, ci sono modi ambigui, sotterranei, che si avvalgono
anche della complicità delle vittime. E ci sono modi eclatanti. Penso alle
minacce che ha ricevuto Laura Boldrini. Sono minacce sessiste, che raccolgono e
raccontano un sentimento profondo di disprezzo. I fotomontaggi di donne
seviziate, sgozzate, sodomizzate, con la sua faccia, che cosa sono? Un
avversario politico uomo non riceverebbe mai questo tipo di minacce, mai si
farebbe allusione al suo corpo da deturpare e violare.
A proposito di
politici, dal presidente del Consiglio Enrico Letta in giù, la parola
“femminicidio” viene all’improvviso ripetuta come una litania, un mantra, quasi
a coprire il buco nero di cui stiamo parlando.
Si, diventa uno slogan. Certo, è sempre meglio che un
politico intervenga a favore della dignità della donna che faccia finta di
niente, però c’è sempre una vena di paternalismo in quei discorsi. Come il
Papa, che piace a tutti, ma quando dice alle suore: diventate madri e non
zitelle, che cosa vuol dire? E’ la
Chiesa che le vuole zitelle perché impedisce il matrimonio. E poi le vogliono
anche madri!!!! Allora, mi verrebbe da
dire, come si diceva una volta: parlate di quello che vi compete, lasciate stare
il discorso sulle donne. Siamo noi che dobbiamo prendere la parola. Non solo
scrivendo sui giornali, intervenendo nei talk show, ma nella nostra vita. A
tutti i livelli. Anche per strada, se assistiamo a un comportamento sessista,
secondo me dovremmo intervenire. La mia vita, le mie scelte di ogni giorno e
quelle delle mie simili, sono politica.
Quale è ”il posto
delle donne”?
Non vorrei svelare il finale del romanzo a chi non l’ha ancora
letto. Come sempre un titolo ha diversi significati. Ma è legato soprattutto a
un’interdizione. Il posto in cui la ragazza viene uccisa (di sera in un parco
vicino Belville è un posto in cui è proibito andare. Il ragionamento inconscio
che sottende molti discorsi sulle donne e sulla violenza sulle donne è il
seguente: in quel posto era proibito andare e quindi andandoci lei se l’è
cercata. In questo tranello spesso cadono anche molte giornaliste donne che
quando devono descrivere le vittime enfatizzano il ritratto da ragazza perbene («non
usciva mai di casa, non aveva amanti, aveva tutti nove a scuola»),
come se una ragazza che fa una vita diversa meritasse invece di morire.
(pubblicata sul settimanale Gli Altri)
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