venerdì 8 gennaio 2010
Le note cechoviane di Paravidino
“Mi vuoi bene?”: è la prima battuta del testo. Ed è anche il verso che scorre come basso continuo dell’intera opera. “Mi vuoi bene?” chiede una sorella all’altra. Ed è quasi sempre una domanda evasa. Come si fa a chiedere l’amore? Come si fa a dire veramente: sì, ti voglio bene? E dirlo equivale a provarlo? Fausto Paravidino scrisse La malattia della famiglia M nel 2000, ma solo dopo 9 anni si è sentito pronto a metterlo in scena (per lo Stabile di Bolzano). Il tempo in cui ha tenuto in grembo questo suo piccolo capolavoro deve essere servito a innervare l’opera di una nota cechoviana, il senso di qualcosa che si è perso per sempre.
Rispetto ad alcuni testi successivi di Paravidino, La malattia della famiglia M è capace di maggiore rarefazione, più vicina per capacità di mistero al folgorante esordio di 2 Fratelli. E sono due sorelle le figure cardine del dramma (o commedia?), Maria e Marta, due nature apparentemente opposte, erotica l’una, astinente l’altra, ma abitate dalla stessa malinconia: come se qualcuno avesse buttato una pietra al fondo dei loro corpi. Il padre ha una strana infermità, il fratello un’euforia giocosa che lo condannerà a cercare precocemente l’esperienza e quindi la morte. Attorno alla famiglia M, due ragazzi puri che si contendono l’amore di Maria. Un medico narra la loro storia. Paravidino dice che ama i medici e i punti di vista. Ma questo medico non è così esterno ai fatti, e si suppone che c’entri qualcosa con la morte della madre della famiglia M. Il rebus non si scioglie. Non importa. Lo spettatore è distratto da altro: dallo slittamento continuo delle parole, dal soffio vero/finto della neve, dalla giovinezza che chiede di andarsene via, altrove. La regia è dello stesso Paravidino, che si ritaglia il ruolo del fratello. Con Jacopo-Maria Bicocchi, Iris Fusetti, Nicola Pannelli, Paolo Pierobon, Pio Stellaccio. Emanuela Galliussi (Maria) emana il vero punto di luce dello spettacolo, con l’immobilità del corpo che tiene a bada la tempesta di fuoco e ghiaccio.
Visto al Piccolo Eliseo di Roma, La malattia della famiglia M replica al Litta di Milano dal 19 al 31 gennaio.
Pubblicato sul settimanale "Gli Altri" il 24 dicembre 2009
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