domenica 6 maggio 2012
Daniele Timpano e il corpo di Aldo Moro
Daniele Timpano è ossessionato dai cadaveri. Dal corpo del nemico che è stato ammazzato. Con Dux in scatola, spettacolo ancora vivo, aveva messo in scena il trafugamento della salma di Mussolini, un modo per andare a rovistare in quel buco nero di piazzale Loreto, nella sua ancestrale barbarie. A distanza di qualche anno, il performer più avanguardista (e passatista) d'Italia va scabrosamente a toccare gli anni di piombo, situandosi in un preciso punto dove ancora la ferita è aperta e tutti sono proprio a urlare scompostamente il loro punto di vista. E così con Aldo Morto ci consegna la piece più coraggiosa e più sensazionale, ma anche la più irritante, che la scena teatrale italiana ci abbia regalato negli ultimi anni. Cominciamo dal fatto teatrale. Timpano ha affinato la propria arte performativa dentro una partitura così metamorfica e rigorosa da fare ormai scuola a sé. I momenti di spettacolazione pura sono di fascino indubitabile: per fantasia, ribaltamento di registri, nettezza della macchina oggettuale. Grandissimo attore al servizio di se stesso regista. Poi c'è il drammaturgo. Uno scrittore che non gioca al ribasso, ma chiede a se stesso lo s-confinamento. Infine, c'è la storia italiana. Che fa Timpano? Come un motorino impazzito, scuce e ricuce fonti diverse sul caso Moro, offrendole in pasto allo spettatore come carne senza organi, materiale trasparente di un varietà di avanspettacolo colto. Tutto il contrario del "narratore civile” che rassicura indignandosi. Con Timpano, ce n'è per tutti: per i brigatisti, i giornalisti, gli storici, i cineasti, e persino per se stesso, «sciacallo di un artista». Biagi e D'Avanzo, però noi li avremmo lasciati riposare in pace. Timpano dice: non potevo togliere quelle frasi «solo perché nel frattempo sono morti (avevo scritto prima il testo)». Che strano che lo dica proprio lui, che con il corpo dei morti ha un autentico transfert. La cosa più potente di Aldo Morto è proprio il modo irruente, paradossale, con cui questo ragazzo che nel 1978 aveva solo 4 anni si fa attraversare dalla storia italiana. Come fosse una seduta medianica fatta da un futurista del nuovo millennio che, non fidandosi di nessuno, con i trapassati vuole parlarci direttamente, per bestemmiarli e resuscitarli. (per le repliche di Aldo morto e Dux in scatola, danieletimpano.blogspot.it)
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