venerdì 18 novembre 2011

Tutti sotto le coperte, ad ascoltare il teatro in radio


Tutti sotto le coperte. Mentre fuori batte forte la pioggia e lo schiamazzo. Potrebbe essere un’idea, un gesto di disubbidienza creativa. Ci si ritira a casa e si passa il novembre a letto, ad ascoltare la favola terrifica di Perrault o e tante altre storie tragiche, amare, divertenti. Il simbolo potrebbe essere proprio lo spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio, “Buchettino” (appena passato nel ciclo di Radio 3) con la narratrice Monica Demoru che si fa di volta in volto orco, babbo, madre, bambino, bosco (nella versione dal vivo, gli spettatori si mettevano realmente dentro i lettini ad ascoltare la fiaba). A prenderlo alla lettera, l’invito di Radio3 Rai apre la vista di una soluzione temporanea certo ma in un certo senso radicale – il teatro sonoro - al male di fuori. Se chiudiamo gli occhi, viene quasi voglia di abbandonarsi al flusso ininterrotto di monologhi e dialoghi per re-imparare come si vive come si ama e come si muore. E chissà che, una volta rimessi in piedi, non saremo più pronti per affrontare le dementi intemperie della guerra politica e quel nostro senso profondo di incertezza. “Tutto esaurito”, il mese che Radio3 dedica al teatro, pesca negli ultimi vent’anni di repertorio, dal ciclo ideato da Ronconi fino a quello firmato da Martone, affiancando il calore demodè di vecchi drammi annodati ad un ritmo lento del recitativo, con la registrazione di cinque spettacoli contemporanei (Accademia degli Artefatti, Compagnia della Fortezza, Area 06, Teatro di Dioniso,, Egumteatro). Le voci di Carmelo Bene, Roberto Herlitzka, Maria Paiato, Sandro Lombardi, Roberto Latini, Carlo Cecchi, Chiara Guidi, Alvia Reale, Renato Carpentieri, Anna Bonaiuto ci terranno svegli nelle sere di novembre, con le parole di scrittori (da Bontempelli a Scimone) che con il teatro hanno saputo cogliere i battiti cardiaci del proprio tempo. Non si fa che parlare di narrazioni del presente. Eccole allora le storie, quelle di un passato prossimo e quelle di un presente che si spappola in una lente deformata con furore drammaturgico. Il teatro-immagine si cimenta nel genere radiodramma (Fanny & Alezander, Muta Imago e Sociètas Raffaello Sanzio firmano tre dei quattro radiodrammi creati apposta per l’evento novembrino), scompaginando le carte dei generi. La nota dominante è immersiva e artistica. E in questo eversiva rispetto allo slogan sonnambulo di una cultura da salvare prima che i barbari la mangino fino all’ultimo pezzetto. “Stiamo cercando di dare più spazio alla creazione rispetto alla circolazione e alla produzione della cultura - dice Marino Sinibaldi, direttore di Radio 3 - Questo è il tempo

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